11/05/2006

Queste foto sono attualmente in visione presso la saletta del Bar del Teatro, di fronte al Teatro delle Celebrazioni, all'inizio della salita verso la basilica di San Luca

Dall’arco del Meloncello, inizia la vera e propria salita per San Luca. Quella canonica da fare a piedi una volta ottenuta una intercessione della Madonna in qualche affare o per vedere se eri finalmente guarito dopo una lunga malattia














Circa due chilometri e mezzo che portano a 250 metri sopra la città in un percorso sinuoso dove
Si incontrano fedeli, turisti e persone in tuta che intendono mettere alla prova la loro forma fisica sui gradini che accompagnano buona parte del portico.









Costruito tra il ‘600 e il ‘700, il portico più lungo del mondo unisce la città alla basilica sul Colle della Guardia, là dove viene conservata la Madonna. Tale Madonna secoli addietro, fù portata in processione fino a giù in città dai bolognesi disperata a causa da una tremenda siccità. Visto che fece il suo dovere portando la sospirata pioggia, da allora,ogni anno si rinnova un rito e noi di Bologna sappiamo bene che il giorno che “viene giù la Madonna” è meglio uscire di casa con un ombrello perché quasi sempre c’è un acquazzone.



















Tra il sacro e il profano, era usuale alla domenica pomeriggio di diversi anni fa, incontrare capannelli di persone armate di binoccoli che che cercavano di spiare la partita del Bologna. Incuranti della visione limitata del campo, proprio sotto e anche esso costeggiato da una diramazione del portico fino al cimitero monumentale.

Ma la salita per San Luca non era solo un banco di prova per le gambe ma anche per chi voleva provare un motore o la propria abilità nell’affrontare la temibilissima curva ad esse delle Orfanelle, uno dei punti più ripidi della città.
Unica vera “patente” per un bolognese.

Dalla porta alla basilica ci siano 666 arcate, un numero magico.
Così come magico sarebbe il tracciato del portico che ricalcherebbe quello della costellazione della Vergine e che anzi, ad una data ben precisa costellazione e portico sarebbero allineate.
La data è il 18 ottobre, giorno dedicato a San Luca.
Ipotesi suggestive che nulla tolgono alla magia concreta degli scorci della città laggiù di sotto e delle ombre lungo il portico.



















Di sera il portico sembra una lunga e sproporzionata coda al piccolo corpo della chiesa imponente solo per la sua posizione dominante. Lo si percorre con il timore di risvegliare un gigante.





La basilica, costruita tra le due metà del ‘700, è la prima cosa che si vede di Bologna arrivando sia dall’ Appennino tosco emiliano che dalla pianura padana. “si vede già S.Luca” viene pronunciata da noi bolognesi con quella felicità confortante che si ha quando, alla fine di un viaggio, si ritorna a casa.

Nell’ultimo tratto ecco appare l’anticipo della meta con la grande croce che si staglia contro il cielo.
Unisce per un attimo il fedele, il turista, lo sportivo nel conforto del raggiungimento di un obiettivo.

Una volta in cima la basilica offre la misteriosa e antichissima Madonna nera di autore ignoto ma che diverse fonti vogliono attribuire a San Luca in persona. Ma il paesaggio che si vede da diversi punti è veramente un capolavoro e una magia, specie in quelle giornate che seguono una tempesta purificante per il cielo.

La discesa non è meno agevole della salita con le prospettive di vertigine e i gradini da prendere in frenata, che mordono caviglie e polpacci.


Poi la pendenza si appiana e ancora il portico ti accoglie quasi a guidarti in un percorso defatigante tra le sue volte e le sue ombre














Un chilometro e mezzo circa, che segue il tracciato pianeggiante di Via Saragozza specchiandosi in giardini e ville con entrate in pietra che portano su verso la collina.